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martedì 18 febbraio 2014

Ritrovamenti - Motobecane

La gente butta! Noi raccogliamo. Quasi sempre recuperiamo vecchie mtb (Mountain bike) a cui nessuno ha voluto veramente bene. Comprate in negozio, (la vendita al supermercato è più recente) pagate nemmeno poco e rilevatesi subito scomode se usate in città, sono finite prima in garage e poi nel cassonetto. Bici "pomapate" da un mercato che le ha vendute praticamente a tutti, anche alla signora per fare la spesa. In realtà se ne vedono ancora in giro. Chi ci va, ci sta aggrapato sopra come su un cavallo un pò bizzoso. Io compreso. Difficile montargli un porta pacchi, così come un parafango queste mtb, qui ad Alghero detengo ancora un primato di presenza, se non altro, nelle discariche. Poi ci sono le eccezioni (vedi foto) e ti chiedi come mai è stata abbandonata. Troppo grande? Troppi soldi per rimetterla a posto? Eppure è un telaio molto bello, francese, che una volta completato darebbe soddisfazione nella guida. Non è nemmeno troppo vecchio, probabilmente non è una bici da corsa, troppi dettagli per non essere una "sport". Ma in tutto e per tutto concepita come una bici performante. Il buco sinistro nel tubo inclinato sta ad indicare che li ci si può montare un comando per il deragliatore anteriore. La moltiplica per arrivare al doppio o al triplo delle marce, dipenderà della guarnitura. Ma montare una tripla sarebbe delitto. Cercheremo di rimetterla in pista se lo merita.Vai Motobecane!

mercoledì 19 settembre 2012

Parziale colonna sonora per biciclette 2

I lavori in ciclofficina, anzi in ciclotrofio, proseguono. Abbiamo bisogno di altra musica a tema ecco la nuova lista:
Beach Boys - It's a Beautiful Day, 1979
Tom Waits - Broken Bicycles, 1981
Red Hot Chilli Peppers - Bicycles Song, 2002
Teresa De Sio - Una ragazza al giro d'Italia, 1993
Queen - Bicycles Race, 1978
Madness - Riding on my bike, 1982
Elio e le storie tese, Sono felice, 1990

martedì 18 settembre 2012

Parziale colonna sonora per biciclette e nome ciclofficina

La soundtracks (heavy rotation) dedicata alla nascente ciclofficina (Architettura) ad Alghero.

Yves Montand - A bicyclette, 1981
Tomorrow - My White Bicycle, 1967
Pink Floyd - Bike, 1967
Kraftwerk  - Tour de France, 1983
Enzo Jannacci - Bartali, 1979

Il nome è un programma, il programma è il nome e il luogo:
CICLOTROFIO all' ex-Orfanotrofio*

* L'etimologia del termine deriva dal greco antico orphanotrophêion, composto di orphanós (orfano) e tréphein (allevare). Nella nostra accezione è nostra cura "allevare" biciclette rotte.

venerdì 1 giugno 2012

il Pantheon del ciclotrofio 3: Luigi Malabrocca

















Era soprannominato "il Cinese" a causa dei suoi occhi a mandorla, non era un grande campione, ma divenne popolare perché indossò per due anni consecutivi la "maglia nera" del Giro d'Italia. Ultimo di sette fratelli e grande amico del conterraneo Fausto Coppi, vinse 138 corse, di cui 15 da professionista, ma il suo nome rimane ancora oggi legato al Giro d'Italia dei tempi in cui l'ultimo classificato si aggiudicava la maglia di colore nero e, soprattutto, un cospicuo premio in denaro, che faceva gola a molti.
Riuscì ad aggiudicarsi la maglia nera nel 1946 (pur arrivando quarto in volata al termine dell'ultima tappa, la Mantova-Milano) e nel 1947, cercando di perdere più tempo possibile tra una tappa e l'altra nascondendosi dove poteva, forando le gomme della sua bici e fermandosi per lungo tempo nei bar.

giovedì 31 maggio 2012

"Johan van der Velde, ora pro nobis"

 

















Johan van Der Velde scavallò per primo il passo Gavia, Cima Coppi del Giro del 1988 , e cominciò la discesa, sudato e allo stremo, senza indossare impermeabili né coprirsi con qualche giornale. Dopo pochi minuti di follia, al limite dell’assideramento, Johan scese dalla bicicletta e riparò in un camper per riprendere calore e... colore. Ripartì dopo poco e arrivò al traguardo con quasi 47 minuti di ritardo. Vivo, però. Fu un altro olandese, Erik Breuking, a vincere la tappa sul traguardo di Bormio, mentre a trionfare nel Giro fu l’americano Andrew Hampsten. Ma fu Van Der Velde a restare nella leggenda, perché - nei versi degli Offlaga (che, tre anni fa, dedicarono un pezzo a Vladimir Yashenko, l'ultimo ventralista moderno) - "quel metro di neve sulle Lepontine Retiche, affrontate con una bicicletta al posto della slitta, vale quanto l’alpinismo estremo senza bombole d’ossigeno tra le inviolate vette del Pamir" (Lorenzo Longhi, Sky.it).

venerdì 4 maggio 2012

il Pantheon del Ciclotrofio: Il visconte Cobram






















Da tutti quello del Visconte Cobram era il nome più temuto. Era quello della corsa ciclistica. Da giovane era stato un mediocre ciclista dilettante; ed entrato a 18 anni nei ranghi della società, aveva fatto strada facendo il leccaculo e la spia dei potenti ed ora, raggiunto anche lui il potere, voleva che il ciclismo lo praticassero tragicamente tutti i suoi dipendenti. (Presentazione del Visconte Cobram, Fantozzi contro tutti, 1980, da Wikipedia).